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I programmi di screening


     I programmi regionali di screening per il cancro della cervice uterina, della mammella e del colon retto rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza-ai sensi dell'Accordo Stato Regioni dell'8-3-2001-, essendo stati valutati come interventi di provata efficacia, in grado di evitare in molti casi l'insorgenza di tali tumori e di ridurre quindi l'incidenza e la mortalità per queste patologie. I programmi di screening sono quindi una componente fondamentale della sanità pubblica. 
La Regione Calabria, con Delibera di Giunta Regionale n. 611 del 27 giugno 2005, ha approvato il "Piano Regionale Screening Oncologici".  La delibera regionale, istituendo presso il Dipartimento della Salute il “Centro Regionale di Riferimento per gli Screeening Oncologici”, prescrive:
-la definizione del modello organizzativo stabilendo, nel contempo, gli obiettivi per le aziende sanitarie;
 -l’adozione di linee guida;

-il monitoraggio dell'attività regionale attraverso la regolare rilevazione delle informazioni;

- l’implementazione di una efficace comunicazione;

-la formazione del personale e la realizzazione di programmi per il controllo e il miglioramento della qualità.

Per le  Aziende Sanitarie il deliberato regionale  prevede l’attivazione  del “Centro di riferimento aziendale per lo screening dei tumori femminili e del colon retto.” Tale struttura operativa deve essere composta da:

-un Responsabile Organizzativo per il programma degli screening;
-un Responsabile Clinico con competenze specifiche per lo screening citologico;
-un Responsabile Clinico con competenze specifiche per lo screening mammografico
-un Responsabile Clinico con competenze specifiche per lo screening del colon retto
-un Responsabile Valutativo

L’Asp di Crotone, con la deliberazione n.86 del 3 agosto 2017, ha approvato le procedure organizzative degli screening oncologici previste dalla normativa regionale  e nazionale.

ORGANIZZAZIONE DEI PROGRAMMI DI SCREENING ONCOLOGICI

In uno screening si individuano le seguenti fasi: 

1. informazione e reclutamento della popolazione; 
2. esecuzione del test;
3. esecuzione degli approfondimenti diagnostici, quando necessari;
4. esecuzione dei trattamenti, quando necessari;
5. registrazione dei dati e valutazione. 

Lo screening è quindi un insieme complesso di attività che comprende oltre al test, l’informazione alla popolazione bersaglio; l’organizzazione, che facilita l’accesso al test e, per le persone con test positivo, la predisposizione di protocolli diagnostici, terapeutici e di follow up. 

TUTTI GLI SCREENING SONO GRATUITI

 TIPOLOGIE DI SCREENING

Screening Mammografico:
Il test di screening è l'esame mammografico che deve essere effettuato ogni 2 anni per la popolazione in fascia d'età 50-69. Esso si articola in tre livelli:
Primo Livello: mammografia;
Secondo Livello : approfondimenti clinici;
Terzo livello: terapia dei casi screen detected. 

Screening della cervice uterina ( a regime)

I test previsti dallo screening sono:
Il pap-test che deve essere effettuato ogni 3 anni nella fascia d'età 25 - 29 anni;
HPV che deve essere effettuato ogni 5 anni nella fascia d'età 30 - 64 anni. 

Anch’esso si articola in tre livelli:

Primo Livello: pap-test – hpv;
Secondo Livello : colposcopia ed eventuale biopsia; 
Terzo livello: terapia dei casi screen detected.

Screening del colon retto
Il test di screening è la ricerca del sangue occulto nelle feci, con intervallo biennale nella fascia d'età 50-69 anni. 
Primo Livello: ricerca sangue occulto fecale
Secondo Livello : colonscopia con eventuale biopsia
Terzo livello: terapia dei casi screen detected

  ATTIVITÀ

Seguendo le indicazioni regionali, nell’organizzazione del  programma di screening l’ASP di Crotone ha  individuato le seguenti fasi:

·         informazione e reclutamento della popolazione, attraverso la registrazione degli accessi spontanei, ma anche tramite  la generazione e spedizione degli inviti che prevede, nel caso degli screening femminili, la generazione dell’invito con data e luogo dell’appuntamento; mentre nel caso dello screening del colon retto prevede il coinvolgimento, in alcune zone, del MMG e delle farmacie e parafarmacie per la consegna dei campioni fobt e la raccolta degli stessi.

·         organizzazione, che facilita l'accesso al test, attraverso consuling;
·         esecuzione del test con il personale ostetrico, radiologico e di laboratorio;
·         esecuzione degli approfondimenti diagnostici, quando necessari, con le U.U.O.O. coinvolte;
·         esecuzione dei trattamenti, quando necessari, soprattutto chirurgici;
·         registrazione dei dati e valutazione, da parte del centro organizzativo;
·         comunicazione dell’esito dei test di screening attraverso invio del referto scritto;
·          predisposizione di specifici protocolli diagnostici, terapeutici e di follow up e adozione degli stessi.

Da quanto detto si evince dunque che lo screening è un insieme complesso di attività, che coinvolgono diverse U.O. e diversi livelli di responsabilità.
Affinché possano svolgersi tutti i percorsi di screening previsti, dal primo livello al terzo livello, la segreteria organizzativa coinvolge:

·       i centri di primo livello per il primo test di screening, ovvero i consultori per lo screening citologico, le radiologie nel caso dello screening mammografico e i centri di raccolta per la consegna dei campioni fobt del colon retto, per come descritto prima.
·   i centri di secondo livello per gli approfondimenti come gli ambulatori ginecologici per lo screening citologico, i servizi di gastroenterologia per lo screening del colon retto e le radiologie per l’esecuzione degli esami di approfondimento  e delle biopsie per lo screening della mammella.
·    le unità di servizio, ovvero il laboratorio analisi per il fobt , l’Anatomia Patologia per la refertazione degli esami di citologia, istologia e virologia.

 

 

 

 

 

 

   

Ultimo aggiornamento: 10/10/2017 09:57:22




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